sabato, gennaio 14, 2006

La triste storia di Borg

Queste sono vicende che appartengono più alla storia del pugilato che a quella del tennis per cui la notizia, oltre che dolorosa è anche molto sorprendente. Le agenzie ci informano che Bjorn Borg, lo svedese che è certamente stato uno dei tennisti più forti (il più forte non è mai esistito o meglio chiunque può scegliere in un gruppo di 5 o 6 campioni) ha deciso di vendere i suoi innumerevoli trofei, tra cui cinque conquistati a Wimbledon tra il 1976 ed il 1980 e sei vinti al Roland Garros tra il 1974 ed il 1981. Che Borg fosse in difficoltà economiche era abbastanza noto da tempo, ancor prima che un libro pubblicato qualche anno fa ne raccontasse le sfortunate imprese commerciali. Il campionissimo, ad esempio, aveva cercato ed ottenuto un rifugio fiscale a Montecarlo e proprio per ottenere quella preziosa cittadinanza aveva regalato a quel torneo un paio di tristi partecipazioni quando ormai aveva abbandonato l’attività e non era più competitivo. La storia di Borg è particolarmente dolorosa perché le sua vicende private, sia quelle sentimentali che quelle commerciali, contrastano con l’immagine di straordinaria solidità mentale da lui dimostrata sul campo.Borg è stato un campione anomalo nel senso che c’erano molti giocatori che sapevano eseguire colpi (soprattutto quelli al volo) molto meglio di lui ma lui li batteva in modo quasi imbarazzante. Ricordo come a conclusione di una semifinale del Roland Garros il nostro Corrado Barazzutti nello stringergli la mano dopo aver perduto per 6-0, 6-1, 6-0 gli disse: “scusami se mi sono permesso di vincere un game.” Tecnicamente il capolavoro di Borg è stato quello di vincere il torneo di Wimbledon per cinque anni consecutivi laddove la maggior parte dei tecnici avrebbe ritenuto improbabile anche un solo successo. Fondamentalmente il suo tennis si basava su una qualità atletica straordinaria (ha stravinto tutte quelle competizioni polisportive tra campioni di diverse discipline) e su una formidabile, ineguagliata capacità di concentrazione. Mi accorgo di essere uscito di strada perché di questo campione si è scritto fin troppo ed oggi è quasi inutile ricordarne il valore, i risultati e le caratteristiche. E’ più difficile e curioso spiegare il suo crollo umano e come uomo d’affari. La sua colpa maggiore è stata quella di non essersi accontentato di amministrare o difendere i suoi guadagni ma di essersi illuso, perché mal consigliato, di poter avere successo anche in altri campi. La sua vita sentimentale ha inevitabilmente risentito degli sbalzi di notorietà e di guadagno, della follia imbevuta di una fama senza eguali. Il 24 luglio 1980, dopo aver appena vinto il suo quinto Wimbledon, Borg sposò Mariana Simionescu, una tennista romena né troppo brava (era numero 36 in classifica), né troppo bella. Poteva essere una bella storia ma la vicenda era troppo sbilanciata per resistere. Inoltre tra i campioni dello sport "i tennisti sono i più insidiati ed i più facilmente raggiungibili da ragazze in cerca di un minuto od una notte di emozioni" era solito ricordare Yannick Noah. Finito, come prevedibile, il matrimonio con Mariana, Borg, appessa la racchetta al chiodo, iniziò a frequentare l'alcool. Ebbe modo di fare un figlio ma non ho notizie sulla madre del suo primogenito. Il secondo figlio glielo diede la sua terza moglie, la svedese Patricia Ostfeld. La seconda, molto più nota dalle nostre parti, è stata Loredana Bertè che aveva avuto esperienze "tennistiche" anche con Adriano Panatta. Con la Bertè Borg ha avuto in comune un drammatico ricovero in ospedale per due incidenti stradali dalle medesime caratteristiche, storie di sonniferi o qualcosa di simile o di peggio. Borg è nato il 6 giugno 1956 quindi ha oggi 49 anni. Nel 1974 è diventato il più giovane vincitore del Roland Garros ma il suo primato di precocità sarebbe stato poi battuto prima dal suo connazionale Mats Wilander, poi da Michael Chang. Non è stato invece battuto il suo record di 41 vittorie consecutive a Wimbledon, dal primo turno dell’edizione del 1976 alla finale del 1981 quando fu sconfitto da John McEnroe, contro il quale aveva giocato, nella finale del 1980, uno storico ed indimenticabile tie-break. La società Bonham, che per conto di Borg ha messo all’asta i cinque trofei di Wimbledon, ritiene di poterne ricavare 400 mila euro. Inutile dire che è una storia di cui non si vorrebbe mai scrivere, d'altro canto la gestione della propria fama e dei propri guadagni è un problema che tanti campioni dello sport hanno rifuggito o affrontato male. La speranza è che la stessa storia insegni qualcosa a coloro che pensano che la gloria e la ricchezza siano patrimoni inesauribili. La gloria non salva dalla vacuità che interessa tutte le cose del mondo.

2 commenti:

margherita ha detto...

non lo sapevo...triste storia sicuramente...

Anonimo ha detto...

Il semble que vous soyez un expert dans ce domaine, vos remarques sont tres interessantes, merci.

- Daniel