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venerdì, marzo 24, 2006

Ricordo inutile.

Quale miglior modo di cominciare la giornata che con un articolo di Gianni Clerici? Vedete, quando eravamo tutti più giovani di adesso, lo scrivente alzava all'alba, sciaquava il viso, infilava una maglietta fresca e se ne andava correndo per gli 11 ettari del suo parco. Verso le 7 era poi solito recarsi presso la locale edicola ad acquistare alternativamente La Gazzetta o Repubblica, a seconda del gusto e dell'opinione che più interessava. Per chi non è aduso alle tradizioni del tennis, spieghiamo che su questi giornali, durante i tornei più prestigiosi, scrivono le due colonne giornalistiche del tennis italiano Gianni Clerici e Rino Tommasi. Il primo dallo stile romanzato e aulico, il secondo dallo stile telegrafico e sillogico. Quel mattino scelsi l'ironia e la raffinatezza di Gianni Clerici di cui voglio darvi un saggio, che ritrovo miracolosamente oggi in uno stralcio di Repubblica sopravvissuto e nascosto al tempo.. Si sta parlando di Silvia Farina e della sua partita nel torneo di Canberra. Sul match point Silvia fa punto ma... L'arbitro, tale John Blom, sta per annunziare la vittoria della nostra signora, quando la Suarez, furibonda, gli si avventa.Al termine di una discussione che l'inviato della Associated Press definisce "molto vivace", il giudice di sedia decide di cambiare idea, e assegna il punto all'argentina. E' la volta di Silvia, a far valere le sue buone ragioni. Ma, non riuscendoci, da quella bocca per solito dolcissima ecco uscire una parola inattesa, qualcosa mai sentita su un campo australiano: "asshole".Come tradurre? Non vorrei cadere nel turpiloquio, e mi limito a tradurre "pertugio posteriore", ricordando che, nel nostro paese, in casi analoghi, noi privilegiamo la parte anteriore del corpo umano.

Questa è antropologia del linguaggio..

lunedì, febbraio 13, 2006

Antipasto Mondiale

Sono curioso di vedere in quale misura le vicende del mondiale di Germania copriranno quelle dello scandalo che ha sommerso il nostro calcio. Mi commuove l'ostinazione con la quale arbitri e designatori negano l'evidenza sostenendo la regolarità dei sorteggi. Probabilmente sono stati consigliati in questo senso dai loro legali, il cui compito non è quello di salvare la reputazione dei loro assistiti ma quello di evitare condanne e squalifiche anche se non vedo quale futuro possano avere nel calcio coloro che sono stati presi con le mani nel cassetto e la bocca sporca di marmellata.C'è una frase emblematica e significativa che ho letto in questi giorni. L'ha pronunciata un impiegato della Federcalcio, definito superteste, il quale avrebbe dichiarato, spiegando perché ha finalmente deciso di rivelarsi: "non si può vivere nel terrore per mille euro al mese !"In attesa di sapere se lo ascolteranno e che cosa dirà, mi chiedo quale dovrebbe essere il prezzo del silenzio. "duemila euro al mese, cinquemila, un'automobile ?"Capisco che sto facendo dello sterile moralismo. La storia insegna che c'è un prezzo per tutto e che nessuno è incorruttibile, figuriamoci un anonimo impiegato di una Federazione, ma mi spaventa lo stesso capire che il meccanismo diabolico inventato o perfezionato da Moggi abbia potuto resistere a tanti occhi, senza che nessuno abbia sentito il dovere di ribellarsi.Da tutta questa vicenda si conferma una vecchia verità e cioè che è più facile essere (o apparire) intelligenti se si decide di non rispettare certe regole, della legge, dell'etica o di un regolamento qualsiasi.Di Luciano Moggi si può dire tutto quello che si vuole ma nessuno potrà mai metterne in dubbio la furbizia e la conoscenza dell'ambiente. Se l'indagine sul doping non avesse indotto Guariniello ed i suoi collaboratori a mettere sotto controllo i telefoni di alcuni addetti ai lavori probabilmente Moggi, se avesse voluto lasciare la Juventus, avrebbe potuto ottenere un contratto milionario da molti altri club, Milan e Inter compresi, malgrado le postume smentite.Allo stesso modo mi chiedo quale quadro sarebbe scaturito da controlli sistematici sui telefoni di tutti gli operatori del calcio, dai dirigenti agli arbitri, passando per i giornalisti che, è meglio dirlo senza inutili ipocrisie, non escono benissimo, come categoria, da questa storia.Tuttavia non si può accettare la teoria di rendere accettabile il sistema perché "lo facevano tutti" che è un altro modo di applicare la famosa regola :"tutti colpevoli, nessun colpevole". Non mi piace nemmeno l'atteggiamnento di coloro che condannano il sistema dell'intercettazione e che difendono ad ogni costo la famosa "privacy". Si può essere d'accordo sull'opportunità di non divulgare, tra le intercettazioni, i dettagli che non riguardano la sostanza . Se un dirigente invita un (una) giornalista a Parigi ed il (la) giornalista accetta non è buon comportamento professionale, ma non ha alcuna rilevanza, se al contrario ad un operatore televisivo si chiede di non far vedere un episodio o di dimensionarne la portata la cosa è grave ed è giusto che si sappia.C'è un altro atteggiamento, abbastanza generalizzato, sul quale non sono d'accordo. Sono sicuro che saranno in tanti ad esclamare, ora che è iniziato il mondiale, "finalmente il calcio giocato." Se è giusto e bello che i bambini credano alla Befana bisogna poi prendere atto che i bambini crescono e che agli adulti non si possono raccontare le favole, bello brutte che siano. Per giunta quella del nostro calcio è una favola bruttissima.

domenica, gennaio 29, 2006

Considerazioni pre-finale

Prima di verificare se Roger Federer fosse disposto a fare qualche concessione a Nicola Kiefer, come aveva fatto nei confronto di Tommy Haas e Nikolay Davydenko, credo valga la pena fare qualche riflessione sull'esplosione di questo Marcos Baghdatis che, vada come vada la finale di domenica sera, è stato certamente il protagonista più importante e più interessante di tutto il torneo. C'è sempre il rischio di essere troppo frettolosi nell'attribuire grandi qualità ai giovani tennisti che si affacciano per la prima volta alla ribalta. Questo Baghdatis, al di la dell'insolita e sorprendente origine (non ricordo che Cipro abbia mai dato al tennis un giocatore di modesto livello) si era già segnalato vincendo qui nel 2003 il torneo juniores e raggiungendo due volte la finale nella prova giovanile dell'Open degli Stati Uniti, battuto nel 2002 da Gasquet e nel 2003 da un altro francese, Tsonga.Tuttavia non si vincono quattro partite consecutive contro giocatori di alta classifica come Stepanek (n. 20), Roddick (n. 3) , Ljubicic (n. 8) e Nalbandian (n. 4) se noin si hanno risorse tennistiche, atletiche e mentali. In particolare il recupero realizzato contro Nalbandian, dopo aver perduto i primi due set, e la freddezza dimostrata nella fase finale del match quando la pioggia lo ha fermato mentre stava servendo per il match sembrano potergli garantire un futuro importante.Nella storia del tennis non mancano esempi di giocatori che hanno conquistato la ribalta in un solo torneo. Non tutti hanno mantenuto le promesse se si ricorda che si sono perse le tracce del tedesco Rainer Schuettler che è stato finalista in questo torneo tre anni fa ma Schuettler aveva già 27 anni, Baghdatis ne ha 20.Per quanto riguarda Federer, il campione svizzero ha dovuto concedere il secondo set a Nicola Kiefer che è tornato a giocare, dopo un paio d'anni di crisi, su livelli d'eccellenza. E' possibile che le incertezze palesate da Federer nei turni precedenti lo facciano sembrare più vulnerabile però Kiefer ha dovuto pagare il prezzo per il set strappato al campione con un pesante 0-6 subito nel set successivo. (E' curioso notare come Federer abbia vinto in questo torneo tre set per 6-0 e tutti contro avversari tedeschi, Mayer, Haas e Kiefer). Alla fine Federer ha chiuso in quattro set e malgrado Baghdatis meriti molta attenzione sarebbe una grosso sorpresa se lo svizzero non dovesse vincere domenica sera il suo settimo titolo dello Slam. Qualcuno si sorprenderà per il successo delle cinesi nel doppio femminile ma, a parte che non si tratta di una novità perché altre due cinesi, delle quali vi risparmio il nome, avevano vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi d Atene, mi pare corretto ricordare che il doppio è una specialità ormai trascurata anche dalle giocatrici più forti, dopo essere stata abbandonata da molti anni dai giocatori di vertice.Vi basti notare che la finale del doppio maschile in questo torneo la giocheranno i gemelli Bryan contro il ceko Damm e l'indiano Paes, nessuno dei quali è tra i primi 200 del mondo in singolare.

sabato, gennaio 14, 2006

La triste storia di Borg

Queste sono vicende che appartengono più alla storia del pugilato che a quella del tennis per cui la notizia, oltre che dolorosa è anche molto sorprendente. Le agenzie ci informano che Bjorn Borg, lo svedese che è certamente stato uno dei tennisti più forti (il più forte non è mai esistito o meglio chiunque può scegliere in un gruppo di 5 o 6 campioni) ha deciso di vendere i suoi innumerevoli trofei, tra cui cinque conquistati a Wimbledon tra il 1976 ed il 1980 e sei vinti al Roland Garros tra il 1974 ed il 1981. Che Borg fosse in difficoltà economiche era abbastanza noto da tempo, ancor prima che un libro pubblicato qualche anno fa ne raccontasse le sfortunate imprese commerciali. Il campionissimo, ad esempio, aveva cercato ed ottenuto un rifugio fiscale a Montecarlo e proprio per ottenere quella preziosa cittadinanza aveva regalato a quel torneo un paio di tristi partecipazioni quando ormai aveva abbandonato l’attività e non era più competitivo. La storia di Borg è particolarmente dolorosa perché le sua vicende private, sia quelle sentimentali che quelle commerciali, contrastano con l’immagine di straordinaria solidità mentale da lui dimostrata sul campo.Borg è stato un campione anomalo nel senso che c’erano molti giocatori che sapevano eseguire colpi (soprattutto quelli al volo) molto meglio di lui ma lui li batteva in modo quasi imbarazzante. Ricordo come a conclusione di una semifinale del Roland Garros il nostro Corrado Barazzutti nello stringergli la mano dopo aver perduto per 6-0, 6-1, 6-0 gli disse: “scusami se mi sono permesso di vincere un game.” Tecnicamente il capolavoro di Borg è stato quello di vincere il torneo di Wimbledon per cinque anni consecutivi laddove la maggior parte dei tecnici avrebbe ritenuto improbabile anche un solo successo. Fondamentalmente il suo tennis si basava su una qualità atletica straordinaria (ha stravinto tutte quelle competizioni polisportive tra campioni di diverse discipline) e su una formidabile, ineguagliata capacità di concentrazione. Mi accorgo di essere uscito di strada perché di questo campione si è scritto fin troppo ed oggi è quasi inutile ricordarne il valore, i risultati e le caratteristiche. E’ più difficile e curioso spiegare il suo crollo umano e come uomo d’affari. La sua colpa maggiore è stata quella di non essersi accontentato di amministrare o difendere i suoi guadagni ma di essersi illuso, perché mal consigliato, di poter avere successo anche in altri campi. La sua vita sentimentale ha inevitabilmente risentito degli sbalzi di notorietà e di guadagno, della follia imbevuta di una fama senza eguali. Il 24 luglio 1980, dopo aver appena vinto il suo quinto Wimbledon, Borg sposò Mariana Simionescu, una tennista romena né troppo brava (era numero 36 in classifica), né troppo bella. Poteva essere una bella storia ma la vicenda era troppo sbilanciata per resistere. Inoltre tra i campioni dello sport "i tennisti sono i più insidiati ed i più facilmente raggiungibili da ragazze in cerca di un minuto od una notte di emozioni" era solito ricordare Yannick Noah. Finito, come prevedibile, il matrimonio con Mariana, Borg, appessa la racchetta al chiodo, iniziò a frequentare l'alcool. Ebbe modo di fare un figlio ma non ho notizie sulla madre del suo primogenito. Il secondo figlio glielo diede la sua terza moglie, la svedese Patricia Ostfeld. La seconda, molto più nota dalle nostre parti, è stata Loredana Bertè che aveva avuto esperienze "tennistiche" anche con Adriano Panatta. Con la Bertè Borg ha avuto in comune un drammatico ricovero in ospedale per due incidenti stradali dalle medesime caratteristiche, storie di sonniferi o qualcosa di simile o di peggio. Borg è nato il 6 giugno 1956 quindi ha oggi 49 anni. Nel 1974 è diventato il più giovane vincitore del Roland Garros ma il suo primato di precocità sarebbe stato poi battuto prima dal suo connazionale Mats Wilander, poi da Michael Chang. Non è stato invece battuto il suo record di 41 vittorie consecutive a Wimbledon, dal primo turno dell’edizione del 1976 alla finale del 1981 quando fu sconfitto da John McEnroe, contro il quale aveva giocato, nella finale del 1980, uno storico ed indimenticabile tie-break. La società Bonham, che per conto di Borg ha messo all’asta i cinque trofei di Wimbledon, ritiene di poterne ricavare 400 mila euro. Inutile dire che è una storia di cui non si vorrebbe mai scrivere, d'altro canto la gestione della propria fama e dei propri guadagni è un problema che tanti campioni dello sport hanno rifuggito o affrontato male. La speranza è che la stessa storia insegni qualcosa a coloro che pensano che la gloria e la ricchezza siano patrimoni inesauribili. La gloria non salva dalla vacuità che interessa tutte le cose del mondo.

venerdì, settembre 23, 2005

italia nel cesto...

La Croazia vince gli ottavi per 74-66 ...L'Italia di Carlo Recalcati, vicecampione olimpica ad Atene 2004, viene eliminata dai campionati Europei di basket, dopo la sconfitta per 74-66 negli ottavi contro la Croazia. Gli azzurri hanno pagato un parziale di 12-0 tra la fine del primo tempo e l'inizio del secondo e, dopo essere tornata a -1, un altro 0-7 nel quarto ed ultimo periodo. Non bastano le buone prove di Pozzecco, Calabria e Chiacig... Freddino il commento della maggior delle agenzie dinnanzi ad una partita piena di errori, ma quanto mai tirata ed avvincente. Non sono aduso allo sport del cesto ma durante questi europei, grazie anche alla minima visibilità mediatica, sono riuscito ad appassionarmi alla causa italiana. Come quattro anni fa ad Antalya, la Croazia è il capolinea dei nostri sogni da protagonisti agli Europei. La squadra peninsulare subisce pesantemente sotto canestro, riesce a restare in partita finchè trova il tiro da fuori, poi non può far nulla contro lo strapotere fisico degli avversari (40-22 lo score finale ai rimbalzi) e viene eliminata dalla rassegna continentale. Ora per andare ai Mondiali ci vorrà una wild-card della Fiba, ma la mia personalissima, quanto inesperta, impressione è, comunque, che l'Italia sia giunta alla fine di un ciclo, iniziato con il bronzo agli Europei del 2003 e proseguito con lo straordinario argento ad Atene nel 2004. La formazione azzurra inizia la partita con una difesa aggressiva e buone soluzioni in attacco, trovando il +5 dopo 5 minuti di gioco. I croati, che giocano praticamente in casa, si riportano subito a contatto con canestri importanti di Kasun(??). La partita è molto equilibrata con le due squadre che si rispondono colpo su colpo, grazie ai canestri di Basile e Galanda da una parte, di Vujcic e Giricek dall'altra.Soffriamo terribilmente a rimbalzo (16-6 per i nostri avversari all'intervallo) e, quando facciamo errori banali in attacco, la Croazia trova una fuga importante. Parziale di 10-0 negli ultimi due minuti del primo tempo, che si allunga a quota 12 ad inizio terzo quarto: i nostri avversari volano a +11. Sono Calabria e Pozzecco a ridare ossigeno alla squadra, che si riporta in partita, tornando prima a -5 e poi a -3 (48-45). Vujcic con 4 punti consecutivi riporta i suoi a +7 (52-45), ma l'Italia c'è e chiude il terzo quarto sul 52-55, anche grazie ad un tecnico alla panchina croata nel finale. Due tiri liberi di Calabria ci portano a -1 (54-55), ma Marconato spreca l'occasione per il sorpasso e la Croazia ne approfitta: parziale di 7-0 e nuovamente +8 (62-54 a 6' dalla fine). Il tiro da 3 punti (quattro errori consecutivi) non entra più e per gli azzurri è notte fonda. Il cuore permette all'Italia di tornare ancora a -6 (68-62 a -1'20") ma Soragna fallisce la tripla del -3 e finisce qui, agli ottavi. Pur profano e inidoneo ad esprimere giudizi, pare un pò pochino per una squadra che fino a qualche tempo fa aveva ambizioni d'eccellenza. Addio sogni di gloria, arrivederci alle mie neonate emozioni di cestista.

errore imperdonabile...

TORRE DEL GRECO - Non ci sono state sorprese al sorteggio dell'incontro di Coppa Davis che da oggi mette in palio, su un campo costruito per l'occasione in una località inedita nella nostra storia tennistica, un posto nel tabellone principale della prossima edizione. E' accaduto che la Spagna vincitrice l'anno scorso, sia stata eliminata al primo turno perché i suoi tennisti sono stati costretti a giocare su una superficie rapida, a loro poco gradita. Al contrario dei nostri dirigenti e dei nostri tecnici, gli slovacchi hanno portato gli spagnoli a giocare su una moquette improbabile e li hanno battuti.Noi invece, commettendo un errore che non ha giustificazioni al di fuori della presunzione e dell'impreparazione, abbiamo scelto la terra battuta ricevendo i ringraziamenti dei nostri avversari e provocando una forte sorpresa in tutti coloro che conoscono i meccanismi di questo gioco. Veniamo al sorteggio, che non era assolutamente importante come sempre da quando il regolamento impone al primo giocatore di una squadra di affrontare in apertura il secondo della squadra avversaria.Semmai c'è da chiedersi perché il numero uno italiano, Andreas Seppi (n. 78 in classifica ma terzo italiano dopo Volandri, n. 44, e Sanguinetti, n. 48) ed il numero due, Potito Storace (n. 107 e quinto italiano) siano diventati titolari. E' un brutta storia nella quale si mescolano errori tecnici (avessimo scelto com'era logico una superficie diversa, avrebbero giocato Sanguinetti e Bracciali) e gestionali. Infatti Volandri non è stato convocato (giustamente) essendo stato, con il suo manager, il promotore di una richiesta di ordine economico che la Federazione, prendendo per la prima volta una decisione corretta, non ha accettato. A mio modesto parere avrebbe dovuto lasciare a casa anche gli altri tre giocatori (Seppi, Galimberti e Starace) che avevano sottoscritto quella lettera-ricatto. Poi questi si sono resi conto che non giocando in Davis nessuno ne avrebbe avvertito l'assenza ed hanno fatto marcia indietro, smentendo la favoletta del gruppo unito e compatto raccontata a giornalisti compiacenti. Gli spagnoli, dopo averci ringraziato, hanno mandato qui la loro squadra più forte (Nadal) e collaudata (Ferrero). In realtà Ferrero (n. 20) è oggi il quarto spagnolo in classifica dopo Nadal (2), Ferrer (13) e Robredo (17) ma ha un'esperienza di 20 incontri di Davis (ne ha vinta una quasi da solo nel 2000) e di un titolo del Grande Slam (Roland Garros (2003). Pur essendo in crisi (o in declino ?) nell'aprile scorso Ferrero a Montecarlo ha lasciato cinque games al nostro Volandri ed è stata forse questa la ragione per cui il capitano Jordi Arrese lo ha scelto. A chi gli ha chiesto come si sentisse ad essere il numero uno quando l'anno scorso era solo riserva, Seppi ha modestamente risposto che il numero uno è sempre Volandri.Seppi, che ha 21 anni e parla più correttamente il tedesco che l'italiano (è di Bolzano) è un bravo ragazzo per cui sono rimasto sorpreso quando si è fatto coinvolgere da Volandri e dal suo manager in una iniziativa quantomeno poco elegante. Quest'anno ha giocato bene a Gstaad ed a Stoccarda, poi i risultati sono stati meno brillanti. Nel secondo singolare Starace, che qui è praticamente di casa, affronterà il mostro Nadal, tornato rapidamente alla vittoria a Pechino dopo un paio di brutte sconfitte. Starace, che il giorno prima aveva accusato qualche linea di febbre, non sta ripetendo i risultati della stagione precedente. Negli ultimi tornei ha perso da giocatori (Hanescu, Schuettler, Marach, Sabau) che erano alla sua portata. Sarà sostenuto dal pubblico (Cervinara, il suo paese, non è distante) ma probabilmente non sarà sufficiente ad annullare differenze troppo ampie.Concedo a Seppi 30 probabilità su cento di poter battere Ferrero , con Starace non vado oltre al 10 per cento. Insomma qualsiasi risultato diverso dal 2 a 0 per la Spagna dopo la prima giornata sarà una gradevole sorpresa.

sabato, ottobre 23, 2004

Tennis e tecnologia

Uno dei motivi di curiosità del prossimo torneo di Key Biscayne è costituito dall'introduzione in campo di un sistema elettronico di controllo per verificare la bontà delle chiamate arbitrali. Ogni giocatore ha la possibilità di appellarsi al responso di "occhio di falco" (come viene chiamato) due volte per set. Se avrà ragione otterrà il punto e manterrà la disponibilità dei due appelli che gli sono concessi. A mio parere si tratta di un'innovazione costosa ed inutile peraltro applicata in modo parziale solo per gli incontri che si svolgono sul campo centrale, mentre gli altri saranno arbitrati con il sistema tradizionale.Certamente il nuovo sistema non sarà utilizzato al Roland Garros ed a Wimbledon dove storia e civiltà impongono ancora un velato rispetto per le regole e in qualche modo per la tradizione ed il suo fascino. Più facilmente potrebbe essere che gli americani lo usino a Flushing Meadows, ma si tratterebbe di un inutile tentativo di spettacolarizzare il tennis che fortunatamente gode di buona salute. Questa corsa ad utilizzare la tecnologia va molto di moda oggi ma questo tentativo del tennis somiglia molto a quello del calcio che ha scoperto un ancor più costoso ed inutile sistema di verifica del "gol fantasma", una situazione che in un campionato si propone non più di tre o quattro volte. Nel tennis ricordo a fatica un paio di incontri (e ne ho visti più di qualcuno..) forse decisi da un errore arbitrale, ma è soprattutto l'impossibilità di applicare il sistema a tutti i campi ed a tutti i tornei che mi induce ad essere decisamente contrario. Una delle maggiori carenze del tennis dell'era "open" è stata prorpio l'insopportabile difformità di regolamenti che ha caratterizzato i diversi avvenimenti tennistici rendendo incomprensibile ai profani un gioco di per sè già sofisticato. Se proprio vogliono divertirsi e sprecare dei soldi lo facciano pure, ma il tennis ha funzionato benissimo per oltre 120 anni e non aveva bisogno di questa finta rivoluzione.